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L’espansione secolare delle spese per la difesa farà volare i titoli del settore
Di Redazione |
Pubblicato il 22 Aprile 2025
L’aumento degli investimenti nel comparto in Europa, Giappone, Australia e Corea del Sud nasce da una precisa richiesta degli Usa, ma anche dalla necessità di affrancarsi, in parte, da un alleato che non sembra più affidabile

Nel bailamme contraddittorio delle notizie, solo una cosa emerge con certezza: gli Usa non sono più un alleato affidabile. Vale per l’Europa, per il Giappone e per l’Australia e per molti altri Paesi che hanno beneficiato, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, dell’alleanza con gli Stati Uniti e della loro potenza militare. Questo significa un aumento delle spese militari per far fronte alle minacce rappresentate dalla Russia, dalla Cina, dall’Iran e dalla Corea del Nord. «Prevediamo» spiega Ido Caspi, research analyst di Global X, «che nei prossimi cinque anni la spesa globale per la difesa continuerà ad aumentare, con particolare enfasi sulle tecnologie di difesa avanzate. Con l’aumento dell’incertezza geopolitica globale, la spesa per la difesa è probabilmente destinata a un’espansione secolare in questo decennio Man mano che la spesa si sviluppa lungo la catena del valore, i titoli internazionali del comparto della difesa, soprattutto in Europa, dovrebbero trarne beneficio».
L’Europa sarà uno degli epicentri di questa crescita. L’Unione Europea ha presentato un’iniziativa di difesa da 800 miliardi di euro per rafforzare le proprie capacità militari. Il piano prevede 150 miliardi di euro di prestiti agli Stati membri e mira a sbloccare gli investimenti privati nella tecnologia della difesa. Inoltre, la Germania esenterà la spesa militare dalle sue rigide regole fiscali e creerà un fondo fuori bilancio di 500 miliardi di euro per finanziare la spesa per le infrastrutture, gettando le basi per un forte aumento del bilancio difensivo del Paese. «In un contesto di crescenti tensioni geopolitiche, l’Europa si trova in una fase decisiva della sua politica di sicurezza. Da lungo tempo dipendenti dal sostegno militare americano, i Paesi dell’Ue si trovano ora di fronte all’urgente necessità di assumersi una maggiore responsabilità per la propria difesa, dal momento che la nuova amministrazione Usa segnala un cambiamento strategico nella propria politica di difesa. Questo cambiamento sta costringendo i Paesi dell’Ue a espandere i loro bilanci militari. Anche se, in realtà, l’Europa si trovava in una fase storica di riarmo già prima dell’avvento della nuova amministrazione Usa, con un’espansione dei bilanci della difesa che non si vedeva dai tempi della Guerra Fredda. I bilanci militari europei sono, infatti, cresciuti del 10% nel 2023, raggiungendo i 279 miliardi di euro, segnando il nono anno consecutivo di crescita» continua Caspi che aggiunge: «Il panorama globale rimane altamente volatile, con quasi 30 grandi conflitti in corso in tutto il mondo, secondo il Council on Foreign Relations. In questo contesto, la posizione “America-first” della nuova amministrazione statunitense, unita ai negoziati diretti con la Russia, sta costringendo l’Europa a rivalutare la propria strategia di difesa, prendendo atto di decenni di investimenti insufficienti».
Quello che vale per l’Europa vale anche per il Giappone, che ha deciso di aumentare le proprie spese per la difesa di 70 miliardi di dollari e di puntare al 2% del Pil entro il 2027, per l’Australia, che aumenterà le spese da circa 800 miliardi di dollari nel 2024 a oltre 1,1 trilioni di dollari entro il 2029, o la Corea del Sud, che ha deciso di investire di più in settori specifici per sostenere ricerca e produzione in dieci aree strategiche per la difesa, a cominciare dalla frontiera cibernetica e dall’Ai.