Citigroup ha rivelato un ritrovato ottimismo per i titoli cinesi, e per di più non è stata altrettanto ottimista su quelli statunitensi, abbassando le sue prospettive a neutrali. Secondo la banca, gli investitori sono stati a lungo premiati per aver adottato una mentalità tutta americana: i mercati azionari degli Stati Uniti hanno sovraperformato il resto del mondo per oltre un decennio. Ma Citi prevede un rallentamento dell’economia statunitense e quindi ripone maggiore fiducia altrove. È facile capire perché la Cina abbia attirato l’attenzione della grande banca. Aziende locali come DeepSeek e Alibaba hanno lanciato servizi di intelligenza artificiale in grado di competere con i migliori americani e il governo cinese sembra allentare la sua presa restrittiva sull’industria tecnologica. Citi non è la prima a esserne colpita: gli investitori hanno spinto un paniere di sette delle maggiori aziende tecnologiche cinesi a salire di oltre il 40% quest’anno. Nel frattempo, i Magnifici Sette – i titoli tecnologici statunitensi che gli investitori devono ringraziare per il rally dello scorso anno – sono scesi del 10%.
L’ultima indagine della Federal Reserve ha mostrato che i consumatori statunitensi sono sempre più pessimisti riguardo alle loro finanze. In effetti, gli americani sono i più preoccupati di non riuscire a pagare i debiti dal 2020. Questo potrebbe innescare una reazione a catena. Se gli investitori considerano questo dato come un indicatore di recessione, potrebbero vendere ancora più titoli. Questo ridurrebbe i profitti delle aziende e spaventerebbe gli americani di tutti i giorni, spingendoli a spendere meno.
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