Nel 2025, i Paesi sovrani avranno bisogno di 12.300 miliardi di dollari di finanziamenti a lungo termine, una cifra in continua crescita a causa dei disavanzi fiscali e dell’aumento della spesa, compresa quella per la difesa. È quanto emerge dalle stime di S&P, secondo cui gli Stati Uniti rappresenteranno il 40% delle emissioni sovrane globali a lungo termine, con un incremento del fabbisogno di finanziamento di 200 miliardi di dollari rispetto all’anno precedente, per un totale di 4.900 miliardi di dollari. La Cina si conferma il secondo maggiore emittente sovrano con un fabbisogno di 2.100 miliardi di dollari e registra l’aumento più significativo, spinto dagli sforzi per sostenere la crescita economica.
I governi europei dovrebbero, invece, andare in cerca di 1.850 miliardi di dollari, appena meno dei 1.870 miliardi raccolti nel 2024. Un calo, ma è il 60% in più di quanto i governi europei avevano chiesto in prestito nel 2019, prima della pandemia. Per i soli governi della zona euro il debito aggiuntivo previsto per quest’anno supererà i mille miliardi di euro (e la stima di S&P risale a prima della definizione del piano ReArm), con 353 miliardi di nuovo debito, al netto dei titoli emessi per rimborsare quelli che vanno in scadenza. L’Italia, che ha il quarto debito pubblico più grande del mondo in termini assoluti, è sempre protagonista, con emissioni previste per 380 miliardi di dollari, seguita dalla Francia (340 miliardi) e quindi dalla Germania (290 miliardi).
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Il debito pubblico è in crescita ovunque
Gli Stati chiederanno al mercato un totale di 12.300 miliardi di dollari di finanziamenti a lungo termine, 380 dei quali serviranno all’Italia