L’analisi dei dati Istat 2024 fornisce un quadro illuminante sulla diffusione delle tecnologie di intelligenza artificiale nel panorama imprenditoriale italiano, rivelando tendenze significative e prospettive future di notevole interesse. Il profilo delle imprese che adottano tecnologie IA presenta caratteristiche distintive che meritano un’attenta considerazione. La consapevolezza dell’importanza della digitalizzazione sta permeando anche le Pmi, con un’attenzione crescente alla formazione informatica anche nelle imprese di dimensioni minori. Questo trend suggerisce una progressiva riduzione del divario digitale dimensionale, sebbene le grandi imprese mantengano un vantaggio significativo nell’adozione di tecnologie avanzate.
La distribuzione geografica delle imprese che utilizzano l’IA mostra una netta prevalenza nelle regioni settentrionali, con il 63% delle aziende concentrate nel Nord Italia. La Lombardia emerge come polo trainante, rappresentando un quarto del totale, seguita dal Veneto con il 13%. Significativa è anche la presenza in regioni come Lazio ed Emilia-Romagna, che si attestano entrambe intorno al 9,5%, mentre Campania, Piemonte e Toscana mostrano percentuali tra il 6% e l’8%.
Un aspetto particolarmente rilevante riguarda il livello di digitalizzazione di queste imprese. Il dato che il 99% presenta un livello di digitalizzazione almeno di base, con l’80% che raggiunge un livello alto, testimonia come l’adozione dell’IA si inserisca in un contesto di maturità digitale già consolidata.
La connettività rappresenta un elemento cruciale, con il 95% delle imprese che utilizza connessioni ad alta velocità e il 74% che vanta oltre la metà degli addetti connessi alla rete.
L’analisi della produttività rivela una correlazione positiva tra l’utilizzo dell’IA e le performance aziendali. In particolare, risulta significativo l’incremento della presenza di tecnologie IA nelle fasce di produttività più elevate, con un aumento dal 6,5% al 9,2% nelle Pmi e dal 15,2% al 46,2% nelle grandi imprese.
Gli investimenti digitali mostrano un trend in crescita, con il 52,6% delle imprese che ha già investito in ambiti digitali nel periodo 2021-2024 e il 38% che pianifica investimenti per il biennio 2025-2026. Le grandi imprese si distinguono per un approccio più ambizioso, con il 51,9% che ha investito nel periodo passato e il 50,3% che prevede di investire nel futuro.
Particolarmente interessante è l’attenzione dedicata alla sicurezza informatica, che si conferma prioritaria con il 47,2% di investimenti effettuati e il 53,8% programmati. La formazione informatica mostra un incremento significativo nelle previsioni future, passando dal 25,9% al 44,3%, mentre il cloud computing mantiene una crescita costante dal 25,6% al 29,3%.
Carmelo Cutuli, Presidente di Confassociazioni Sud
Il dato più rilevante riguarda la propensione agli investimenti futuri in IA: il 70,3% delle imprese che già utilizzano tecnologie di IA prevede ulteriori investimenti nel biennio 2025-2026, contro solo il 15% di quelle che attualmente non le utilizzano. Questo divario evidenzia una polarizzazione crescente tra imprese tecnologicamente avanzate e quelle più tradizionali.
Questi dati delineano un quadro in evoluzione del tessuto imprenditoriale italiano, caratterizzato da una crescente consapevolezza dell’importanza strategica dell’IA e della digitalizzazione, con prospettive di ulteriore sviluppo nei prossimi anni, pur mantenendo significative differenze territoriali e dimensionali che richiedono attenzione e politiche mirate.