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La diversificazione di portafoglio come vantaggio competitivo
Di Carlo Cidonio |
Pubblicato il 14 Gennaio 2025

Secondo l’ultimo report della Banca d’Italia la ricchezza delle famiglie italiane è quantificabile in 10.421 miliardi di euro al netto dei prestiti, un aggregato che ricomprende sia le attività finanziarie come conti correnti, polizze, azioni e obbligazioni, sia le attività non finanziarie come terreni e gli immobili.
Gli immobili residenziali pesano circa il 52% che, in aggiunta ad altre attività non finanziarie, portano la componente di asset illiquido al 55.2%. Le altre voci sono le giacenze di conto corrente per il 14.3%, azioni per l’11.50% ed altre attività finanziarie per il 19.1%.
L’affezione degli italiani per il mercato immobiliare viene da molto lontano. Gli immobili censiti secondo l’ultima rivelazione Istat sono 78,4 milioni di cui 35.6 milioni di proprietà di persone fisiche per un valore complessivo di 5.167 miliardi, quasi l’equivalente di tre volte il PIL nazionale. Nel corso del tempo si è passati da una logica di bene immobiliare patrimonializzante a una di bene strumentale, andando a valorizzare il contratto di affitto rispetto alla compravendita in ottica di maggiore dinamicità sociale, professionale e familiare.
Per comprendere al meglio la dinamica del valore degli immobili un valido supporto ci viene dato dall’Affordability Index, elaborato dall’ABI insieme al ministero del Lavoro e all’Agenzia del Territorio. L’indice esprime il grado di accessibilità all’acquisto di una abitazione residenziale da parte di una famiglia calcolando il prezzo di mercato delle case, il costo del denaro, il reddito disponibile e il tasso di interesse praticato dalle banche. Valori maggiori di zero si hanno quando le famiglie sono in grado di perfezionare l’acquisto di una abitazione con più o meno facilità, valori sotto lo zero al contrario evidenziano una rigidità finanziaria che impedisce ogni possibilità di accesso al mercato immobiliare.
Nel marzo del 2024 l’Affordability Index era al 11.8% in leggero aumento rispetto i valori persi nel 2023 dovuti al forte rialzo dei tassi di interesse sulla scia al contrasto dell’inflazione, ma nel 2015 si attestava all’11.3% valore inferiore rispetto ad oggi a dimostrazione di come in questi ultimi anni ci sia stato un mercato immobiliare non particolarmente espansivo. È evidente come la concentrazione sui beni immobili e sulle giacenze di conto corrente stiano da anni zavorrando le performance del risparmio degli italiani.

 

Carlo Cidonio, vicedirettore generale Anpib, Associazione nazionale private & investment bankers

 

Un principio chiave e di fondamentale importanza per una efficiente gestione del proprio patrimonio ci viene dalla Modern Portfolio Theory di Markowitz che dimostra come una corretta diversificazione delle singole asset class può permettere di avere rendimenti superiori con livelli ridotti di rischio e volatilità. Detenere quasi il 70% dei propri asset tra illiquidi e conto corrente per di più con un evidente concentrazione geografica sul Paese Italia non ci ha permesso di poter partecipare come si sarebbe potuto ai rialzi dei mercati internazionali. Per questo, sarebbe quanto mai opportuno iniziare a dar maggior rilevanza e peso non solo all’alfabetizzazione finanziaria ma anche alla digitalizzazione finanziaria.
L’informazione porta alla conoscenza e la conoscenza alla consapevolezza. È solo attraverso un movimento corale tra istituzioni, consulenti e sistema finanziario che si potrà accrescere quella cultura di un investimento finalizzato a ottimizzare i risultati della gestione dei risparmi degli italiani in termini di performance e diversificazione.