La stagione degli asset di rischio sta per cominciare. E per gli investitori sembra tornato il momento di giocare d’attacco dopo due anni all’insegna della prudenza. La conferma arriva direttamente da chi fa della costruzione dei portafogli il fulcro del proprio business: gli asset manager. Nelle previsioni per il 2025 delle società di settore attive in Italia, due sono infatti le indicazioni che emergono con maggiore chiarezza: fare incetta di azioni americane e guardare all’Europa come serbatoio di obbligazioni governative. Una strategia da portare avanti per affrontare il Trump 2.0 e il bivio al quale si trovano di fronte le banche centrali.
Il punto di partenza assunto da tutti i gestori patrimoniali per formulare le loro stime sono le prospettive sull’evoluzione del quadro macro, con gli Stati Uniti che vengono visti in crescita ben oltre il 2% a fronte di un’Europa ferma molto al di sotto del suo vero potenziale. «Il Pil di Washington salirà del 2,3% rispetto all’1,9% atteso dagli analisti», ha detto ad esempio Fabio Fois di Anima Sgr, che per il Vecchio Continente ha invece prospettato un modesto +1%. E così anche Monica Defend, head of Amundi Investment Institute, che vede i 27 incanalati nella direzione di mettere a segno ripresa «modesta», mentre Oltreoceano i motori rombanti dell’economia dovrebbero restituire un’espansione non inferiore al 2,1%. Una biforcazione alla quale farà da contrappunto quella di Federal Reserve e Banca Centrale Europea, con la prima percepita come più cauta e la seconda che sembra non volersi fermare nella sua opera di riduzione dei tassi di interesse.
Da un quadro di questo tipo non possono che scaturire strategie orientate al rischio. Come quella descritta da Bruno Rovelli, managing director e chief investment strategist di BlackRock, che ha parlato di sovrappeso sul Wall Street. «Dagli States ci attendiamo una forte performance non solo in termini di utili ma anche per quanto riguarda il ritorno sul capitale delle tante aziende high-tech ed healthcare impegnate a finanziare progetti di ricerca e sviluppo», ha detto, facendo eco a quanto sostenuto dalla Global Market strategist Maria Paola Toschi durante la presentazione delle stime di J.P. Morgan Asset Management. Se però gli ultimi anni sono stati caratterizzati dal dominio incontrastato delle Magnifiche Sette, cioè l’insieme dei titoli con maggiore capitalizzazione negli Stati Uniti, è opinione dell’esperta che il 2025 vedrà una distribuzione della crescita anche ad altri segmenti degli indici di Borsa: una buona ragione per costruire posizioni lunghe sui titoli a media e bassa capitalizzazione, che saranno favoriti dalle politiche del nuovo presidente.
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Strategie di portafoglio: è il momento di cominciare a giocare in attacco
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