Il sottosegretario all’Economia e delle Finanze Federico Freni ha comunicato che il gettito fiscale annuo derivante dalla tassazione al 26% sulle cripto-attività ammonta a 27 milioni di euro. Con il previsto aumento dell’aliquota al 42%, inserito nella manovra finanziaria, si stima un incremento di 16,7 milioni, portando il gettito totale a circa 43,7 milioni di euro. L’aumento della tassazione punta a incrementare il contributo delle criptovalute alle casse dello Stato. Ma sarà cruciale monitorare l’effetto di queste misure sul comportamento degli investitori, soprattutto in un settore dove la mobilità dei capitali è particolarmente elevata. Secondo le deleghe di pagamento F24, sono stati 22.439 i contribuenti a dichiarare redditi legati alle cripto-attività: di questi, 22.331 sono persone fisiche che hanno versato complessivamente 22 milioni di euro, con un importo medio di 985 euro ciascuno. Le società di capitali coinvolte sono state 88, con un gettito complessivo di 5 milioni di euro e un versamento medio per azienda pari a 57.000 euro. Il mercato delle criptovalute in Italia è significativo: al 30 giugno 2024, i dati dell’Oam (Organismo per gli Agenti Mediatori) indicano che oltre 1,35 milioni di clienti detenevano valute virtuali per un controvalore totale di 2,22 miliardi di euro, con una media per cliente di circa 1.645 euro.
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Tasse sui Bitcoin, lo Stato incasserà 43,7 milioni l’anno
I contribuenti che hanno dichiarato redditi legati alle criptovalute sono stati poco più di 22mila, ma in Italia sono 1,35 milioni coloro che le hanno in portafoglio