La diffusione delle assicurazioni vita in Italia è in continua crescita anche se, rispetto ai bisogni reali, previdenziali e assistenziali delle famiglie italiane, continua a esserci un gap piuttosto elevato: se da un lato ci si preoccupa della tenuta dei propri risparmi rispetto all’inflazione, dall’altro, invece, si tende a sottovalutare l’impatto che può avere la riduzione dell’assegno pensionistico sul proprio tenore di vita nel futuro.
«Quando si decide come allocare i propri risparmi si punta soprattutto a far crescere il patrimonio, ma non a proteggerlo dagli imprevisti della vita o a tutelare la propria capacità di spesa durante la terza età», spiega Marina Maghelli, membro del CdA di Efpa Italia, una delle affiliate di Efpa Europe. «La pianificazione finanziaria ha l’obiettivo di far emergere i bisogni dell’investitore in modo da offrire risposte adeguate. In questo senso le assicurazioni sulla vita possono svolgere un duplice ruolo: da un lato, rappresentano uno strumento di risparmio, alternativo ad altri strumenti finanziari, attraverso cui incrementare il capitale e, dall’altro, costituiscono una soluzione per proteggersi dalle conseguenze finanziarie negative che possono derivare da eventi come la morte prematura di un membro della famiglia o la sopravvivenza al di là delle proprie possibilità finanziarie. Esistono molteplici prodotti assicurativi vita che rispondono a domande di risparmio o di protezione differenti ed è importante valutarli insieme al proprio consulente nell’ambito della pianificazione finanziaria».
Il ventaglio di soluzioni attualmente esistente comprende ad esempio le polizze per copertura temporanea del rischio morte, polizze per prestazioni assistenziali in caso di malattia (Long Term Care), forme individuali e collettive di previdenza complementare, polizze unit-linked o polizze vita di ramo I che investono nelle Gestioni Separate. «Ciascuna di queste forme si differenza dall’altra sotto diversi punti di vista: oltre alle prestazioni offerte, si distinguono per i benefici fiscali a cui sono soggette, per la possibilità o meno di risoluzione anticipata del contratto, per i rendimenti o la tassazione. Se si guarda ad esempio al solo aspetto fiscale, visto l’avvicinarsi della fine dell’anno, si noteranno differenze anche molto importanti», precisa Maghelli.
Marina Maghelli, componente del cda di Efpa Italia
«I premi delle polizze per la copertura temporanea del rischio morte, ad esempio,sono detraibili al 19% nel limite massimo di 530 euro annui, vantaggio che ritroviamo anche nelle polizze LongTerm Care, in cui l’agevolazione fiscale è pari a 245,31euro annui e le prestazioni erogate non costituiscono reddito imponibile. Si comportano in modo differente i premi versati nelle forme individuali e collettive di previdenza complementare che, in quanto deducibili, riducono il reddito imponibile nel limite di 5.164,57 euro, mentre le prestazioni erogate sono tassate con un’aliquota agevolata che va dal 15% fino al 9%. Le polizze assicurative inoltre non rientrano nell’asse ereditario, quindi nulla è dovuto come imposta di successione e i beneficiari ricevono il capitale assicurato in esenzione da tale tassazione».