Otto temi da monitorare per misurare l’impatto del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca: li ha individuati Michael Reilly, Cio equities group e director of equity research di Tcw, che reputa che il ritorno di Trump «si annuncia positivo per l’azionario statunitense».
La questione dei dazi
Trump ha annunciato dazi del 60% alla Cina e dal 10 al 20% sul resto del mondo. Molto dipenderà dalla posizione che assumerà durante la negoziazione e non esiterà a utilizzare le tariffe per raggiungere i suoi obiettivi. È probabile che in alcuni casi i dazi saranno molto elevati, ma non pensiamo che complessivamente arriveranno al 20%, perché un’imposizione così estrema frenerebbe la crescita degli Stati Uniti.
Deregulation
Le politiche di deregolamentazione annunciate da Trump potrebbero avere un impatto molto potente, e favorevole al mercato azionario, soprattutto nel settore finanziario ed energetico. Le norme previste da Basilea 3 saranno alleggerite, soprattutto, sul fronte dei requisiti patrimoniali.
I tagli alle tasse
È molto probabile un’estensione degli sgravi fiscali avviati da Trump a partire dal 2017 e che ciò influisca positivamente sui consumi. Trump durante la sua campagna elettorale ha parlato anche di un ulteriore taglio alle tasse delle imprese, abbassando l’aliquota fiscale societaria dall’attuale 21% al 15%, per tutte le aziende che producono negli Stati Uniti.
Le mid e small cap
Con Trump si prevede un contesto normativo più favorevole al mercato e nel breve termine è probabile che le società a grande capitalizzazione continuino a prosperare. Ci aspettiamo che un dipartimento di Giustizia con Trump alla Casa Bianca assuma un atteggiamento molto meno antagonista sul fronte delle operazioni di fusioni e acquisizioni rispetto all’amministrazione precedente.
Gli altri settori
L’economia degli Stati Uniti, se si guarda alle previsioni del Pil della Fed di Atlanta, nel trimestre in corso crescerà del 2,5%. È un contesto di forte crescita, in particolare se lo si confronta con la crescita globale e con quella degli altri mercati sviluppati, favorevole soprattutto per le società statunitensi orientate al mercato interno. In questo scenario, potrebbero essere favoriti i titoli industriali ed energetici.
Il rischio deficit
Trump nel suo primo mandato non ha fatto nulla per cercare di affrontare il deficit di bilancio e probabilmente non farà nulla neanche questa volta, con il deficit che ora rappresenta il 6-7% del Pil americano. La preoccupazione è che Trump aggraverà il deficit a tal punto da alimentare tendenze inflattive che porterebbero a frenare i tagli operati dalla Fed.
La concentrazione del mercato
Il mercato resta ancora molto concentrato. Se guardiamo alla crescita degli utili, la maggior parte proviene dai “Magnifici Sette” del tech e solo una minima parte dal resto del mercato. Sarebbe preoccupante se la loro crescita fosse ingiustificata, ma i fondamentali sono in gran parte molto solidi, con ritmi di crescita rapidi, in particolare gli hyperscaler.
Utili in crescita
Gli utili delle quotate negli Usa continuano a battere le attese. Nel terzo trimestre il consensus ha previsto una crescita degli utili a circa il 6%, che in realtà sta arrivando a circa l’8%, con utili attesi al 9% per quest’anno e in accelerazione nei prossimi due anni. La traiettoria di crescita, quindi, sembra abbastanza buona e sulla base di tale aspettativa, il mercato è scambiato in questo momento a poco meno di 22 volte gli utili.