Riescono a mettere da parte capitale ma, quando si tratta di decidere cosa farne, finiscono per farsi guidare dall’emotività o cedere a logiche di breve periodo anziché investire. Non è una relazione facile quella dei giovani italiani con il risparmio e la riprova viene dall’aggiornamento al V Rapporto Assogestioni-Censis sulle abitudini finanziarie delle nuove generazioni, uno studio presentato il 2 dicembre sulla piattaforma video FR|Vision.
Secondo la ricerca, che ha sondato un campione di mille cittadini, per un 89,5% di under 35 che riesce ad accantonare denaro pochi provano ad approcciare i mercati. Dato che sottolinea quanto sia pressante per l’industria l’esigenza di promuovere l’educazione finanziaria e favorire la consulenza su misura.
Dallo studio emerge come il 53,5% dei giovani accantoni per sentirsi più sicuro o poter fronteggiare imprevisti: una cifra coerente con quelle degli over 35 e degli ultrasettantenni, dove le quote di chi ha tali priorità raggiungono il 56,1% e il 34,4%. Meno in linea risulta invece l’incidenza di chi mette da parte risorse per soddisfare piaceri personali, pari al 30,4% contro il 20,8% degli adulti e il 18,6% degli anziani, così come quella di coloro che vogliono finanziare spese importanti (26%): sono questi due gap a testimoniare la minor propensione agli investimenti da parte delle nuove generazioni.
Si tratta di una distorsione che non riguarda l’interesse per il tema. Il 44% del campione dichiara infatti che desidererebbe costruire sicurezza per sé mentre il 35,1% si dice disponibile a differenziare il portafoglio. Senza dimenticare chi vuole realizzare rendimenti (35%) o non tenere il proprio denaro in forma liquida (18,7%). Il problema è che c’è molta paura di subire perdite, con l’82,7% dei giovani a segnalare questo bias e il 60,4% che modifica le decisioni sulla scorta dei timori per il quadro macro o shock improvvisi. Altro tema è poi la scarsa educazione finanziaria, testimoniata da due evidenze su tutte: solo il 48,6% conosce l’impatto del tasso di interesse su un prestito bancario e supera il 40% la quota di chi non sa cosa sia previdenza complementare.
Saverio Perissinotto, presidente del Comitato educazione finanziaria di Assogestioni
Da qui l’osservazione di Saverio Perissinotto, presidente del Comitato educazione finanziaria di Assogestioni, che ha evidenziato l’importanza di risparmiare di più e farlo fin dalla giovane età. «Andiamo incontro a un sistema pensionistico meno generoso e nel quale il tempo per raggiungere il ritiro sarà più lungo‚, ha detto. Per Giorgio De Rita, segretario generale del Censis, due sono le leve su cui agire: «Trasparenza nei costi, perché incidono sia nella scelta di investimento sia nella percezione della qualità del servizio, e una consulenza su misura che fornisca rassicurazioni ma orienti anche alla pianificazione finanziaria».