Due italiani su tre non investono i propri risparmi, mentre chi lo fa sceglie di far fruttare solo una piccola parte della propria liquidità. Insomma, usare gli strumenti finanziari per cercare di accrescere il proprio patrimonio fa ancora molta paura e si preferisce, quasi sempre, far riposare il proprio denari sul conto corrente. Questo emerge dall’indagine sugli Italiani e il Risparmio, realizzata da oltre vent’anni da Acri, l’associazione che rappresenta le fondazioni di origine bancaria e le casse di risparmio, insieme a Ipsos, che certifica come questa sia una tendenza consolidata e difficile da modificare. La percentuale di chi preferisce restare liquido era al 60% nel 2008, ha toccato punte del 67 % nel 2017 e ora è al 63%. La quota degli investitori, anche solo con una piccola quota dei risparmi, invece, è passata dal 35% del 2008 al 29% del 2017 e ora è al 34%. Il rapporto evidenzia anche il leggero ridimensionamento della propensione a utilizzare strumenti finanziari più sicuri osservata nel 2023 (36% contro il 38% nel 2023) anche per effetto della discesa dei tassi di interesse sui titoli di Stato e sui più tradizionali strumenti di risparmio, spingendo alcuni investitori a considerare l’azionario come un’alternativa che offre rendimenti più elevati sui propri investimenti.
Nell’investire, poi, si guarda alla rischiosità dell’investimento (33%) e all’impatto positivo su ambiente e società (20%). Diminuisce, invece, la quota di coloro che sono attenti alla solidità del soggetto proponente (18% contro il 23% nel 2023), segno di una maggiore tranquillità nei confronti del sistema finanziario. Una quota non trascurabile della Gen Z (19%, contro il 16% del totale) considera il rendimento l’aspetto prioritario dell’investimento, mentre il 23% si dichiara (superiore al 20% della popolazione) interessato ad investire in attività con impatto positivo su ambiente e società. La Generazione Z sembra avere al proprio interno posizioni più polarizzate tra individui più attenti all’immediato e altri guidati da una visione più sistemica di medio e lungo termine.
Per quattro italiani su dieci l’accumulo di denaro è fine a sé stesso, è una scelta che non necessita di ulteriori motivazioni. Per il 60% che, al contrario, risparmia e ha in mente un progetto specifico, emerge una maggiore tensione verso piani più a lungo termine rispetto al 2023, in particolare tra la Generazione X, adulti che si trovano in una fase della vita caratterizzata da responsabilità familiari e lavorative crescenti.
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Investire fa paura. Due italiani su tre preferiscono lasciare il denaro in banca
Il rapporto Acri-Ipsos certifica, però, una crescita della tendenza a puntare su strumenti finanziari più rischiosi come le azioni per cercare di ottenere rendimenti più alti