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Consulenza finanziaria: se la conosci, la utilizzi
Di Rosaria Barrile |
Pubblicato il 29 Ottobre 2024
La scarsa conoscenza delle competenze richieste alla figura professionale del consulente e dei relativi obblighi di legge porta a imboccare pericolose alternative fai da te

Secondo l’ultimo “Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane” realizzato dalla Consob, il 42% degli italiani ha l’abitudine di assumere le decisioni finanziarie in quasi totale autonomia, mentre soltanto il 40% si avvale delle indicazioni di un consulente finanziario. Inoltre, ben il 32% ha dichiarato di seguire i suggerimenti di parenti, amici, colleghi considerati non esperti mentre il 9% seleziona tra loro quelli che lavorano nel settore finanziario. Affidarsi al consiglio informale di persone che non si occupano a livello professionale di investimenti porta però a commettere degli errori anche molto pericolosi per le proprie finanze, come spiega Marina Maghelli, membro del cda di Efpa Italia, l’affiliata italiana di Efpa Europe.
«Quando dobbiamo ristrutturare casa ci affidiamo a un architetto e quando dobbiamo occuparci della nostra salute cerchiamo, a seconda delle necessità, il medico, il dentista, piuttosto che il fisioterapista. Allo stesso modo, quando dobbiamo occuparci del nostro patrimonio dovremmo selezionare un consulente finanziario, ossia un professionista in grado di aiutarci a gestire la nostra situazione nel presente e in chiave prospettica. Molto spesso però la scarsa conoscenza di questa figura professionale, delle sue competenze e degli obblighi che disciplinano il suo operato, porta a scegliere pericolose alternative fai da te. Basti pensare ad esempio che il consulente finanziario, a differenza dell’amico “esperto” di finanza”, dedica molto del suo tempo a formarsi, aggiornarsi e le certificazioni rilasciate da Efpa ne sono una attestazione. Non conosce solo gli strumenti finanziari, ma anche il modo migliore in cui usarli, spostando il focus da “in cosa investire” a “per cosa investire”. Aiuta il risparmiatore a superare i bias cognitivi, cioè distorsioni per cui giungiamo a conclusioni in modo affrettato e non oggettivo. Aiuta inoltre il risparmiatore a evitare che le emozioni prendano il sopravvento, soprattutto quando i mercati sono molto volatili».

 

Marina Maghelli, componente del cda di Efpa Italia

 

La professione di consulente finanziario è sottoposta a norme ben precise e il suo accesso è regolato in maniera puntuale dall’Ocf, l’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei Consulenti Finanziari, come sottolinea Maghelli. «Per poter accedere all’Albo unico dei Consulenti Finanziari occorre essere in possesso dei requisiti di onorabilità previsti dall’articolo 1 del decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze dell’11 novembre 1998, numero 472 e non avere situazioni di incompatibilità previste dall’articolo 2 dello stesso decreto. Per l’iscrizione è indispensabile il superamento di una prova valutativa indetta dall’Ocf. Per questo motivo, nella maggior parte dei casi chi si avvicina alla professione possiede una laurea triennale o magistrale a indirizzo economico. A garanzia degli investitori, l’Ocf ha inoltre il potere di intervenire e sanzionare i consulenti che non operano in maniera corretta attraverso la sospensione, o nei casi più gravi, con la radiazione dall’albo stesso».