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Finanza al femminile: un gap ancora tutto da colmare
Di Rosaria Barrile |
Pubblicato il 1 Ottobre 2024
Le italiane in Europa sono quelle che manifestano una maggiore sicurezza nei propri mezzi, mentre le austriache sono quelle che hanno investito di più

Nonostante stiano conquistando sempre più spazi nel mondo del lavoro e abbiano assunto crescenti responsabilità economiche e sociali, le donne investono in media il 29% in meno del loro reddito mensile rispetto agli uomini. Secondo un’indagine condotta dalla banca online N26 nel 2022, le donne europee hanno investito in media 857,52 euro del loro reddito mensile: la maggioranza ha investito da 100 a 499 euro al mese. Le donne austriache sono quelle che hanno investito di più, con una media di 999,37 euro al mese. A differenziare l’approccio femminile da quello maschile, però, non è solo “Il quanto” ma soprattutto il “come” si tende a investire: le donne tendono, infatti, a prediligere un’ottica di lungo periodo rispetto agli uomini. Il 43% delle donne intervistate nel corso dell’indagine ha, inoltre, indicato come prioritarie la sicurezza e la stabilità finanziaria, mentre il 23% considera come obiettivo primario la rapida crescita del proprio patrimonio. Il tasto dolente dell’intera indagine però è l’aver fatto emergere come le donne si considerino meno informate rispetto agli uomini e per questo motivo meno inclini a investire. In generale, meno della metà delle donne europee che investono (48%) si considerano informate rispetto al 59% degli uomini. In Europa, tra le donne che investono, le italiane sono quelle che manifestano maggiore sicurezza nei propri mezzi (55%), mentre solo il 30% delle donne spagnole afferma di avere una buona conoscenza.

 

Marina Maghelli, componente del cda di Efpa Italia

 

Per Marina Maghelli, membro del Cda di Efpa Italia, una delle affiliate della European Financial Planning Association, occorre lavorare di più e su più fronti per ridurre le distanze tra le donne e il mondo del risparmio. «Uno degli aspetti fondamentali è la mancanza di conoscenza che porta le donne a pensare che investire sia difficile, rischioso, costoso, poco trasparente, impegnativo e vincolante. A questo si associano, inoltre, l’errata convinzione che per investire servano tanti soldi e l’incertezza sulla propria stabilità finanziaria e lavorativa. La situazione odierna vede ancora molte donne occuparsi della gestione delle finanze domestiche, ma solo una quota marginale, circa il 20%, impegnato a investire regolarmente, come emerso da una ricerca di JP Morgan del 2021 su un campione di donne europee. Anche all’interno del settore finanziario la presenza di consulenti finanziarie e di gestrici di fondi di investimento è ancora bassa, ma in progressivo aumento. Le donne sono ottime risparmiatrici, sono abituate alla gestione del budget familiare e spesso, per un innato senso di protezione, hanno la tendenza a mantenere molta liquidità per il “non si sa mai”». Ma anche obiettivi come questo, secondo Maghelli, possono e devono essere gestiti attraverso una corretta pianificazione finanziaria, che le aiuti ad affrontare l’emotività legata alla percezione della volatilità e alla necessità di avere il controllo del denaro, così come lo si ha quando è liquido.