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La sfida tra Kamala Harris e Donald Trump: i programmi economici dei due candidati
Di Antonio Potenza |
Pubblicato il 24 Settembre 2024
L’attuale numero due alla Casa Bianca promette maggiori iniziative per la classe medio-popolare. Il Tycoon repubblicano vuole riaprire la stagione dei trivellamenti. Corsello (Allianz GI) nella prima puntata di Polls&Profits invita a porre attenzione all’esito delle elezioni del Congresso, il cuore del potere del futuro Presidente Usa

Negli ultimi giorni Kamala Harris nei sondaggi è in vantaggio con il 49% dei voti rispetto all’avversario Donald Trump, che si ferma al 45%. I sondaggi pre-elezioni non sono indicativi di una vittoria, come ribadisce Enzo Corsello, country head Italy di Allianz Global Investors, nella prima puntata di Polls&Profits, il nuovo format di FR|Vision che accompagnerà il pubblico fino all’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti. Il passo in avanti di Harris è avvenuto dopo il dibattito televisivo contro Trump durante il quale i due contendenti hanno discusso, tra gli altri argomenti, anche di programmi economici. Ciò che la candidata democratica propone è “un’economia delle opportunità”: stop ai rincari alimentari e alle carenze abitative; nessun aumento delle tasse sui redditi inferiori ai 400.000 dollari l’anno, maggiore coinvolgimento fiscale dei cittadini più abbienti e delle grandi-aziende, infine l’eliminazione dei debiti per le spese sanitarie. Un programma quindi che punta sul benessere dei ceti medi e popolari attraverso una narrazione definita da più osservatori come “populista progressiva”. Corsello spiega: «Kamala Harris sa che la partita si gioca adesso sugli ultimi sette Stati, tra cui la Pennsylvania e la Georgia». Il sistema americano, come ricorda lo stesso esperto, è composto da «50 elezioni separate, dove per 43 Stati l’esito è già cristallizzato» e per conquistare gli ultimi sette Harris ha dovuto adeguare il proprio tono e il proprio programma alle caratteristiche di questa parte d’America.

 

Enzo Corsello, country head Italy di Allianz Global Investors

 

Quello di Trump, invece, è riassumibile così: espulsione di un milione di immigrati irregolari, riapertura della stagione dei trivellamenti e abbandono del percorso green. La prima proposta, spiega Corsello, «rischierebbe di avere delle implicazioni inflazionistiche dal punto di vista dell’offerta di forza lavoro». La seconda potrebbe risultare «negativa per il settore petrolifero, perché un aumento di capacità produttiva implica un ritorno sul capitale investito». Il terzo rappresenterebbe «un salto indietro» nel percorso verso un’economia più sostenibile portata avanti dall’amministrazione Biden.
Tuttavia, che vinca l’uno o l’altro candidato, spiega Corsello, bisogna ricordare che il Presidente degli Stati Uniti non è «un califfo plenipotenziario che fa quello che decide ed è libero di fare quello che decide» e per questo l’esperto invita a porre attenzione all’esito dell’elezione congressuale che, di fatto, definisce la forza di colui che diventerà il Presidente della prima economia mondiale.