La popolarità dei fondi obbligazionari tra gli investitori italiani è stata la cifra distintiva della prima metà dell’anno. È questo il bilancio che traccia, al giro di boa, la mappa trimestrale del mercato italiano del risparmio gestito a cura di Assogestioni, l’associazione italiana di settore. Nel talk di commento ai dati, disponibile sulla piattaforma FR|Vision, il direttore dell’Ufficio Studi, Alessandro Rota, ha illustrato i numeri salienti del periodo marzo-giugno, spiegando che il nostro mercato a fine periodo valeva 2.374 miliardi di euro, di cui 1.215 miliardi afferenti ai soli fondi aperti, cioè la categoria partecipata principalmente dalle famiglie. «Prosegue l’intensa raccolta positiva dei prodotti obbligazionari, in continuità con l’andamento dei trimestri precedenti e sostenuta dal lancio dei fondi a scadenza di nuova generazione, che fa perno sui tassi di interesse più elevati verificatisi sui mercati a partire dal 2022», ha affermato Rota.
Alessandro Rota, direttore dell’Ufficio Studi di Assogestioni
Un appuntamento chiave imminente per le obbligazioni sarà quello della riunione del 17 e 18 settembre della Federal Reserve, dove è atteso un taglio dei tassi, cioè una riduzione del costo del denaro negli Usa. Una mossa già effettuata in Europa dalla BCE a giugno. «Da qui a fine anno abbiamo una view molto positiva sull’obbligazionario, a maggior ragione a fronte di un prossimo ribasso dei tassi da parte della Fed», ha affermato Enzo Corsello, country head Italia di Allianz Global Investors, nel corso della tavola rotonda di commento ai dati. I numeri hanno anche offerto l’occasione di allungare ulteriormente lo sguardo, al portafoglio del futuro. A tal proposito, Paolo Proli, co-general manager e head of Retail Division, Marketing and Products di Amundi SGR, ha osservato: «Riteniamo necessario assecondare il concetto di ‘Twin Transition’, (unione di transizione energetica e rivoluzione digitale, ndr). È il momento di posizionarsi per approfittare dei rendimenti attesi molto interessanti su temi quali la climate action, il digitale e tutta la filiera dell’intelligenza artificiale». Un tema, quello dell’IA, che promette di trasformare tutte le industrie, compresa quella dei servizi finanziari. «Un trend trasformativo profondo», ha spiegato Daniele Funaro, partner e Emea sector leader Wealth & Asset Management, Bain & Company, «in quanto permetterà di migliorare i servizi alla clientela, aumentare la produttività e ridurre costi e rischi operativi. Oltre l’80% dei casi d’uso già testati nell’asset e wealth management ha superato le aspettative».