«Rimaniamo convinti che anche nel terzo trimestre il tema dominante sarà l’andamento dell’inflazione e di conseguenza le tempistiche di normalizzazione dei tassi di interesse» Parola di Massimo Trabattoni, head of Italian Equity , Kairos partners SGR, che aggiunge. «La Bce ha tagliato (come da attese) il proprio policy rate di un primo -0,25%, portandolo a 4,25%. Al contempo, la Banca Centrale Europea ha alzato però le proprie stime di inflazione sul 2024 e sul 2025. L’attenzione si sposta ora sugli Usa, dove la Fed è attesa dare inizio al proprio ciclo di politica monetaria espansiva con almeno un taglio dei tassi di interesse dopo l’estate».
Le attuali vicende politiche/geopolitiche stanno producendo degli effetti sui mercati?
Un altro tema atteso impattare i mercati perlomeno nel breve periodo è lo scenario politico francese. Dopo la vittoria dell’estrema destra guidata da Marine Le Pen alle elezioni europee, Macron ha inaspettatamente deciso di indire elezioni nazionali e questa decisione, nel breve, ha aggiunto un’ulteriore dose di incertezza macroeconomica che, dal punto di vista del mercato azionario italiano, si è tradotta in un sell-off particolarmente violento soprattutto sui titoli bancari, in quanto settore più sensibile ad eventuali fasi di tensione politica».
Le banche sono sempre protagoniste, nel bene e nel male.
Alla luce di tutto ciò, pensiamo che il sentiment costruttivo sul mondo bancario possa ricevere un’ultima spinta positiva dal reporting del secondo trimestre, nei confronti del quale nutriamo buone aspettative, soprattutto per la componente commissionale e di trading del P&L. Successivamente, a partire dalla seconda metà dell’anno, con il primo taglio ai tassi americani, la forza del settore bancario riteniamo sia destinata ad affievolirsi progressivamente.
Massimo Trabattoni, head of Italian Equity, Kairos Partners SGR
Quali altri settori potrebbero emergere?
È verosimile che l’esaurirsi della sovra-performance bancaria possa cedere il passo ad un recupero degli asset gatherer (ovvero i gestori di patrimoni), grazie ad una rinnovata preferenza per gli investimenti in prodotti del risparmio gestito rispetto a singoli titoli obbligazionari, e delle utilities, in quanto titoli con flussi di cassa caratterizzati da un’elevata prevedibilità e quindi particolarmente sensibili al relativo tasso di sconto. Inoltre, finché la visibilità sul contesto politico europeo rimarrà bassa, è ragionevole attendersi una sovra-performance borsistica delle società esportatrici, in quanto meno esposte alle eventuali oscillazioni dei consumi interni nazionali.
La situazione francese ha pesato anche sulle Pmi italiane…
Per quanto riguarda le mid e le small cap, riteniamo che il momento di incertezza scaturito dalle elezioni anticipate indette da Macron sia da interpretare come una parentesi temporanea e, pertanto, da cogliere come un’opportunità d’acquisto per investire con un approccio altamente selettivo nel tessuto imprenditoriale delle Pmi italiane. Anche alla luce dei chiari segnali di ripresa che questa asset class ha mostrato nelle ultime settimane, rimaniamo focalizzati su un’attenta ed accurata analisi bottom-up, volta ad individuare aziende in salute, con bilanci sani e chiare prospettive di crescita (spesso internazionali) a partire dalla loro posizione di leadership all’interno di una specifica nicchia di mercato.