J.P.Morgan – la grande banca d’affari americana – vede un’economia globale forte, ma riconosce che le tensioni geopolitiche sono ancora un rischio. Tuttavia nel suo outlook giustamente intitolato “Un’economia forte in un mondo fragile” raccomanda agli investitori di rimanere pienamente investiti, con un portafoglio diversificato a livello globale per ridurre il potenziale impatto di questi rischi. Quest’anno, spiega l’outlook, i titoli hanno già registrato un rialzo di circa il 10%, grazie alla forte crescita degli utili e al rapido rafforzamento dei venti di coda dell’IA. Ma la banca privata vede un potenziale rialzo a due cifre per le azioni mondiali anche nel prossimo anno.
Azioni
La banca privata ha incoraggiato gli investitori a mantenere una posizione di sovrappeso nei titoli statunitensi, vale a dire più del 60% che otterrebbero come parte di un benchmark globale basato sulle dimensioni del mercato. La società continua a sostenere questo approccio, ma ritiene che il rally dei titoli si stia estendendo a nuove regioni. I titoli europei appaiono interessanti, vista l’ultima ripresa della crescita globale, il calo dell’inflazione e la recente riduzione dei tassi d’interesse. Le società europee sono diventate più favorevoli agli azionisti, annunciando un forte aumento dei riacquisti di azioni proprie.
Anche in Giappone, regione che la banca privata ritiene molto interessante, si è registrato un miglioramento della corporate governance.
Per quanto riguarda i Paesi emergenti, la banca osserva che le azioni dell’America Latina sono scambiate a un conveniente rapporto prezzo/utile (P/E) a 12 mesi di 9x, ben inferiore alla media decennale di 12x, e che la regione è ora al primo posto nella classifica dei titoli più economici al mondo. L’indice MSCI Brazil attualmente tratta a un rapporto P/E forward di 7,5x.
IA, naturalmente
Il clamore è reale. Secondo il gestore patrimoniale globale, gli investitori dovrebbero affrontare la rivoluzione dell’IA con una mentalità paziente e a lungo termine, costruendo un’esposizione ai potenziali beneficiari in diversi settori ed economie. I primi vincitori sono stati la produzione di semiconduttori e il cloud computing, l’infrastruttura digitale e fisica che alimenta l’IA. Ma questo è solo l’inizio: L’infrastruttura dell’IA avrà bisogno di centri di elaborazione dati molto estesi che consumeranno enormi quantità di energia, creando una crescita nelle soluzioni di energia rinnovabile, nelle apparecchiature di raffreddamento ed elettriche e altro ancora. Nel tempo, la banca privata prevede che il boom dell’IA produrrà enormi aumenti di produttività economica in quasi tutti i settori e le industrie.
I tassi di interesse
L’azienda raccomanda ancora di evitare le società non redditizie e quelle con scadenze imminenti del debito. Ma vede opportunità che iniziano a fiorire in alcuni settori che hanno subito i colpi più duri dal contesto di tassi d’interesse più alti e più lunghi. Si tratta del private equity, dei titoli delle piccole e medie imprese statunitensi e degli immobili commerciali, in particolare i centri dati, le abitazioni e la logistica. Quando i tassi d’interesse inizieranno a scendere, queste attività vedranno aumentare le loro valutazioni.
Materie prime
J.P.Morgan plaude simbolicamente ai “beni reali” come l’oro e le altre materie prime. L’oro è utile come cuscinetto nei periodi di rischio geopolitico, il che è positivo in questo momento. Inoltre, ultimamente è stato particolarmente richiesto da alcune banche centrali che hanno acquistato tonnellate di questo metallo brillante per diversificare le loro ingenti riserve dal dollaro Usa. Questi due fattori hanno fatto brillare il prezzo dell’oro. Alla banca privata piacciono anche il rame e il litio, due delle materie prime più importanti nella transizione energetica verde. Certo, si può pensare di investire nei beni fisici stessi, ma come sottolinea J.P.Morgan, il settore minerario globale è il modo più semplice per investire nei materiali necessari per le evoluzioni energetiche, digitali e di sicurezza.
Obbligazioni
Come la maggior parte dei professionisti, la banca privata si aspettava che l’inflazione e i tassi d’interesse fossero ormai più bassi e, in base a questa visione, aveva previsto che la performance delle obbligazioni sarebbe stata pari a quella delle azioni. Naturalmente, ciò non è avvenuto e le obbligazioni sono rimaste molto indietro. Secondo la banca, le obbligazioni a breve e a lunga scadenza appaiono ora interessanti, con i tassi che probabilmente resteranno più alti ancora a lungo, ma non per sempre.