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IA: come cambiano gli investimenti e il rapporto con gli istituti di credito
Di Giulio Zangrandi |
Pubblicato il 25 Giugno 2024
L’Intelligenza Artificiale si impone come tema dominante sui mercati finanziari e fa sempre più gola agli investitori. Da Alessandro Aspesi di Pgim, la ricetta per posizionare i portafogli. E tra i settori che più si trasformeranno c’è anche quello bancario

Con il produttore di microchip Nvidia che è diventato la compagnia a maggiore capitalizzazione nel mondo, l’intelligenza artificiale trova finalmente la sua consacrazione come tema del secolo anche a Wall Street. E aumenta così il fascino esercitato sui grandi investitori, sempre più interessati a cogliere le opportunità offerte da una tecnologia dirompente. Tra questi c’è anche Pgim, secondo cui il miglior modo per cavalcare il trend è quello di acquistare azioni growth tematiche. Lo ha confermato il country head Italia Alessandro Aspesi ai microfoni di FR|Vision, la piattaforma video targata FocusRisparmio. «Le maggiori occasioni si intravedono nei beni discrezionali», ha detto il manager, «con realtà del lusso come Ferrari o LVMH che otterranno grossi benefici dalla possibilità di usare i dati per personalizzare le esperienze di consumo». Nel mirino del manager ci sono però anche la biotecnologia, in cui la capacità di elaborare grosse moli di informazioni spingerà le aziende farmaceutiche allo sviluppo di nuovi prodotti, e i settori legati a questi fenomeni sul piano industriale: dai semiconduttori al cloud computing fino alle applicazioni aziendali.

 

Alessandro Aspesi, country head Italia di Pgim

 

Chi però potrebbe cambiare più di tutti il suo modello di business sono proprio le banche, in particolare quelle che forniscono servizi di investimento nel nostro Paese. La conferma arriva da un recente sondaggio nel quale si evidenzia come sempre più italiani siano interessati alla consulenza basata su IA. Lo studio, condotto su un campione rappresentativo della clientela della Penisola e di altri quattro Paesi (Stati Uniti, Regno Unito, Polonia, Canada) mostra infatti come oltre il 50% del pubblico consideri questa tecnologia foriera di maggiore autonomia finanziaria e il 15% stia già esplorando strategie che la integrano. Un dato, quest’ultimo, che accende i riflettori su quanto lo sviluppo del canale digitale stia diventando un fattore competitivo cruciale per l’industria internazionale del credito. Anche se quattro intervistati su cinque hanno infatti dichiarato di non aver cambiato il modo in cui comunicano con il proprio istituto, l’81% di quelli che hanno sperimentato soluzioni innovative sostiene di non voler più tornare indietro. «Si sta diffondendo un’interazione cliente-banca parzialmente disintermediata dall’IA», ha spiegato Sandro Tucci di GFT, che ha sottolineato come una user experience nuova possa aiutare le società a ridurre i costi e ripercuotersi sui risparmiatori sotto forma di minori prezzi.