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Scendono i tassi e salgono i bond: come affrontare i tagli della Bce
Di Rosaria Barrile |
Pubblicato il 18 Giugno 2024
Il mercato obbligazionario è stato immediatamente reattivo alle decisioni di politica monetaria. Marina Maghelli di Efpa Italia spiega come affrontare i cambiamenti

Come largamente atteso dai mercati, la Bce ha tagliato i tassi di interesse di 0,25 punti percentuali nella riunione del 6 giugno. A subire un impatto repentino è stato il mercato obbligazionario. Con Marina Maghelli, membro del Cda di Efpa Italia, una delle affiliate della European Financial Planning Association, cerchiamo di capire perché.
«Quando i tassi d’interesse diminuiscono, i prezzi delle obbligazioni salgono e viceversa quando i tassi di interesse aumentano i prezzi delle obbligazioni scendono. Questo perché il prezzo di un’obbligazione deve adeguarsi per rimanere competitivo agli occhi degli investitori quando tutti gli altri tassi cambiano. Immaginiamo una bilancia: su un piatto mettiamo i tassi di interesse e sull’altro i prezzi. A seconda del piatto che peserà di più, uno salirà e l’altro scenderà. Pensiamo, ad esempio, a un Btp con scadenza a 10 anni il cui rendimento (tasso) sia del 4,5%. Nel momento in cui i tassi di mercato dovessero salire al 4% il nostro Btp sarà più attraente rispetto agli altri titoli e tutti vorranno comprarlo. Con l’aumento della domanda, però, aumenterà anche il prezzo dell’obbligazione».
In linea generale gli investitori, quando ci si attende che i tassi scendano, aumentano la domanda di obbligazioni a più lunga scadenza perché generano un rendimento più alto nel tempo rispetto ai titoli a breve scadenza. Nel fare questo, però, non viene considerata la volatilità a cui anche i titoli obbligazionari sono soggetti.
«La sensibilità ai tassi di interesse è rappresentata dalla duration» spieag ancora Maghelli. «Si tratta di una misura indicativa della volatilità di un titolo obbligazionario e permette di valutare in modo approssimativo le oscillazioni del suo prezzo al variare del livello dei tassi di interesse. Viene pertanto utilizzata quale indicatore di rischio dei titoli obbligazionari. È espressa in giorni e anni e indica il tempo necessario affinché il titolo, attraverso le sue cedole, arrivi a ripagare il capitale investito: una frequenza elevata delle cedole o un rendimento elevato riduce la duration. Si allunga quindi con l’aumentare della scadenza e si accorcia con il crescere del tasso di rendimento cedolare e del rendimento a scadenza».
Gli investitori possono però prepararsi a nuovi tagli dei tassi di interesse adottando alcuni comportamenti.

 

Marina Maghelli, componente del cda di Efpa Italia

 

«In primis» conclude Maghelli «occorre pianificare il portafoglio in funzione dei propri obietti ed esigenze di vita, dei tempi per il loro raggiungimento e del proprio profilo di rischio. Le scelte di allocazione strategica, nel tempo, ripagano sempre di più rispetto alle scelte di allocazione tattica del momento. Occorre poi ricordarsi che anche il mercato obbligazionario è soggetto a oscillazioni, più o meno importanti. Pertanto, le scelte dei titoli non possono prescindere da valutazioni globali e non possono essere effettuate sulla base del solo rendimento».