Seleziona una pagina

ARTICOLI

Il mistero dell’ecobonus. In nove ore prenotati 240 milioni di incentivi per le auto elettriche
Di Franco Oppedisano |
Pubblicato il 10 Giugno 2024
Per il Ministero è tutto regolare, ma gli addetti ai lavori lo definiscono un «fenomeno anomalo», considerando l’andamento delle vendite dei veicoli a batteria negli ultimi anni. Le ipotesi e i bonus rimasti

Non c’è trucco, non c’è inganno: ora ci sono 240 milioni di euro e adesso non ci sono più. Per cercare di capire cosa è successo agli incentivi delle auto elettriche bisogna credere alla magia oppure armarsi di pazienza e, se lo ha fatto in maniera legale, congratularsi con chi ha messo in piedi l’affare del secolo. In meno di nove ore sono spariti gli ecobonus legati alle auto a batteria, ovvero, facendo due calcoli, alcune ipotesi e considerando il diverso peso economico degli incentivi, sono state prenotate da un minimo di 15mila a un massimo di 30mila veicoli a zero emissioni. Grandi numeri considerando che nei primi sei mesi del 2023 ne erano state vendute poco più di 32mila, la maggior parte delle quali non erano neanche incentivabili perché avevano un prezzo superiore ai 42.700 euro, iva compresa.
Al miracolo, naturalmente, non ci crede nessuno, anche perché la campagna di incentivi 2023 per le vetture 100% a batteria si era chiusa con 312 milioni di euro non utilizzati e quella del 2022 di milioni ne aveva avanzati 330. Tantomeno gli addetti ai lavori. L’Unrae, l’associazione dei costruttori stranieri in Italia, ha ipotizzato che non ci fossero nel sistema tutti i fondi stanziati, mentre Federauto (i concessionari) e il ceo di Stellantis Carlos Tavares hanno parlato di un «fenomeno assolutamente anomalo». Qualcuno nel settore ha puntato il dito contro una non meglio identificata società di noleggio in grado di accaparrarsi il boccone più grosso degli incentivi elettrici. Ma i dati del ministero sembrano smentire questa ipotesi: i privati hanno aderito agli incentivi per il 68%, una quota decisamente più alta rispetto a quella evidenziata dalle vendite di auto elettriche effettuate finora, che vedevano le aziende sempre in prima fila. E se, invece, avesse prenotato i bonus una organizzazione che, mettendo insieme nomi e bassi Isee, avesse opzionato le auto con il massimo dello sconto (13.750 euro), certa di poterle rivendere a un prezzo più alto di quello pagato? È una ipotesi, solo in parte suffragata dalla considerazione che sono esaurite le categorie di auto con gli incentivi più alti. Mentre rimangono a disposizione, al momento in cui scriviamo, 320 milioni di bonus per le altre vetture.
Sono a disposizione quelli per le vetture ibride plug-in, con emissioni comprese tra 21 e 60 grammi e con prezzo pari o inferiore a 45mila euro (Iva esclusa), che ricevono un contributo di 4mila euro, a cui si aggiungeranno ulteriori 4mila se si rottama un veicolo da Euro 0 a Euro 2, o ancora 2mila euro se Euro 3 o 1.500 se Euro 4. E anche quelli per le auto nella fascia di emissioni tra 61 e 135 grammi, ovvero le ibride full e mild, con motore tradizionale a basso consumo o a Gpl, ma con prezzo pari o inferiore a 35mila euro Iva esclusa. L’incentivo è di 3mila euro se si rottama un veicolo da Euro 0 a Euro 2, di 2mila euro se di classe Euro 3 o 1.500 euro se Euro 4. È sempre prevista la maggiorazione del 25% degli importi nel caso di reddito familiare Isee inferiore a 30mila euro.