Molti risparmiatori considerano la volatilità il peggior nemico degli investimenti: si tratta invece di uno degli errori cognitivi più diffusi che rischia di far perdere opportunità di guadagno.
Ma perché è bene farsela amica piuttosto che temerla, come invece abitualmente fanno molti risparmiatori? Lo spiega Marina Maghelli, membro del CdA di Efpa Italia, una delle affiliate della European Financial Planning Association, che puntualizza alcuni aspetti: «Il termine viene utilizzato per indicare i movimenti repentini al rialzo o al ribasso dei mercati finanziari. In sintesi, fornisce la misura dello scostamento dei prezzi delle attività finanziarie dal proprio valore medio in un certo intervallo di tempo. Quando queste rilevazioni si posizionano “vicine” alla media, la volatilità è contenuta e si parla di bassa volatilità. Al contrario, quando il suo valore è elevato, si parla di volatilità alta».
A determinarla sono i movimenti di mercato, causati a loro volta dalle aspettative e dalle reazioni emotive degli operatori finanziari rispetto a eventi geopolitici, come le crisi internazionali, macroeconomici e finanziari.
«La volatilità fa parte del normale andamento dei mercati finanziari», sottolinea Maghelli. «Esiste un indice che è in grado di quantificarne le aspettative, il VIX. Noto come indicatore “della paura”, è in grado di segnalare le fasi critiche e di reagire prontamente già ai primi segnali negativi. Quando il VIX sale, riflette aspettative di maggiore volatilità e mercati azionari più incerti».
Marina Maghelli, componente del cda di Efpa Italia
La volatilità può toccare i nervi scoperti dell’investitore, alimentando la sua ansia di perdere denaro e spingendolo a uscire dal mercato nel momento sbagliato. «Vi è una regola che da sempre aiuta gli investitori: fare ricorso alla diversificazione in modo da limitare i rischi associati a specifici mercati, settori, asset class, e alla volatilità che li caratterizza», conclude Maghelli. «Di fronte alla volatilità occorre mantenere la calma, cercando di ricordare che è proprio e grazie ai movimenti che caratterizzano i mercati che è possibile ottenere un rendimento. Guardare i rendimenti nel breve termine aiuta a capire l’umore del mercato su un asset, ma non il valore che esso può generare nel tempo. I mercati finanziari possono essere volatili e imprevedibili nel breve termine, ma nel lungo termine tendono ad allinearsi con i valori fondamentali. La pianificazione di lungo termine e le strategie di investimento costituite, ad esempio, dall’ingresso graduale sul mercato, attraverso i piani di accumulo, rappresentano importanti alleati per gestire e minimizzare l’impatto della volatilità sul portafoglio».