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Nel 2030 le auto cinesi avranno il 7% del mercato
Di Franco Oppedisano |
Pubblicato il 28 Maggio 2024
Non accennano a salire le quote di mercato delle vetture solo elettriche, mentre le ibride rappresentano il 42% delle vendite

L’arrivo dei marchi cinesi sul mercato europeo dell’automobile avrà senza dubbio un impatto sull’equilibrio del settore: la quota di mercato prevista è pari al 7% (o anche superiore, in funzione della capacità di approdare con modelli di segmento più basso a prezzi competitivi) entro il 2030, a potenziale discapito soprattutto delle vetture prodotte da Paesi come l’Italia, il Regno Unito e la Francia che già ora sono importatori netti di auto. È quanto emerge dal nuovo studio condotto da Aniasa (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio, della Sharing mobility e dell’Automotive digital ) e Bain & Company “Casa e Chiesa nel settore dell’auto”, l’indagine annuale sulla mobilità degli italiani, che ha evidenziato come il settore automotive sia destinato a cambiare nei prossimi anni molto più di quanto non abbia fatto negli ultimi decenni.
Secondo il rapporto, quasi la metà del mercato è ormai a trazione alternativa. Il 2023 ha registrato un ulteriore aumento delle vendite delle vetture ibride, salite ormai al 42% del totale, mentre le vetture soltanto elettriche (Bev) hanno una quota del 3%, nel primo trimestre del 2024.
La trasformazione del panorama automobilistico italiano appare evidente anche analizzando le preferenze dei consumatori nelle diverse dimensioni delle città, con una chiara tendenza del passaggio dal diesel al benzina, anche nelle metropoli più grandi. Solo una vettura compatta su 50 è puramente elettrica, mentre tra le auto medio-grandi avanza il plug-in hybrid.
Guardando all’Europa, le «curve di crescita» del Bev, ormai, si sono appiattite ovunque, soprattutto in Germania, anche a causa del blocco degli incentivi.
Il declino delle vendite di vetture diesel e il contemporaneo aumento delle emissioni totali sollevano comunque interrogativi importanti sulle strategie adottate finora per avviare la transizione del settore. Oltre alla tendenza a tenere vecchi modelli di auto ancora in circolazione, è evidente che il mercato sta mostrando una preferenza crescente per veicoli a benzina o mild hybrid, ma è altrettanto chiaro che occorre un’impostazione più decisa verso la sostenibilità.
Lo scorso anno il mercato italiano dell’automobile ha, comunque, mostrato segnali incoraggianti di ripresa, registrando un aumento significativo del 19%. Una boccata d’ossigeno per il settore che rimane, comunque, ben lontano dai livelli di vendita pre-pandemici (meno 300.000 vetture rispetto al 2019) e che è ancora in cerca di un nuovo equilibrio.
Il canale del noleggio ha raggiunto un nuovo record storico e rappresenta stabilmente il 30% delle immatricolazioni nazionali, oltre due terzi delle quali rappresentate da noleggi a lungo termine.
Stenta, invece, il car sharing. Nel 2023 sono stati effettuati poco meno di 5 milioni di noleggi di vetture in sharing: il 10% in meno rispetto al 2022 e quasi la metà dei circa 10 milioni del periodo pre-pandemia.