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Il redditometro compare e sparisce
Di Redazione |
Pubblicato il 28 Maggio 2024
Dopo l’approvazione del decreto che colmava un vuoto legislativo di sei anni il governo ha fatto subito dietrofront

Doveva riempire il vuoto legislativo lasciato nel 2018 dal governo guidato da Giuseppe Conte che aveva, in sede di abolizione delle norme sul redditometro, contestualmente stabilito che dovesse essere emanato un nuovo decreto con dei paletti precisi a garanzia del contribuente. Il decreto non era mai stato emanato e il governo aveva deciso di intervenire, inserendo un meccanismo che consentisse queste garanzie per il contribuente.
Ma è bastata la parola redditometro per scatenare un inferno nella maggioranza con Forza Italia e la Lega fortemente contrari. Il dietrofront è stato, perciò, inevitabile e quasi immediato. Il premier Giorgia Meloni, dopo un confronto a Palazzo Chigi con il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo, è apparsa in video sui social e ha annunciato che il decreto ministeriale sarà «sospeso», in attesa di «ulteriori approfondimenti».
La nuova norma prevedeva che nel momento in cui le spese sostenute dal contribuente fossero risultate superiori al reddito dichiarato, potevano scattare i controlli dell’Agenzia delle Entrate. Non si trattava però di un calcolo matematico e di un’equazione certa. Il decreto Mef specificava che in sede di accertamento il contribuente poteva dimostrare di aver finanziato le spese effettuate con redditi differenti rispetto a quelli posseduti nel periodo d’imposta in esame, esenti o esclusi legalmente dalla formazione della base imponibile, esponendole in un doppio contraddittorio obbligatorio.