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Produzioni multimediali, non contano più i mezzi, ma il talento
Di Furio Capozzi |
Pubblicato il 16 Aprile 2024

Gli studi di registrazione, nel corso degli anni hanno subito cambiamenti sempre più frequentemente, al passo con le variazioni tecnologiche che, come è noto, progrediscono con un andamento che non è lineare, bensì logaritmico. Ovvero al passare degli anni si è notato un miglioramento dei dispositivi tecnologici di supporto, con una velocità sempre maggiore. La prima registrazione multitraccia, su nastro magnetico è stato concepita e sviluppata dal chitarrista Les Paul negli anni ’40 con l’assistenza finanziaria e ispirazionale di Bing Crosby e della Ampex Corporation, risultando nella prima macchina a 8 tracce che usava nastro magnetico di un pollice.
Dalla registrazione Multitraccia alla registrazione digitale il passo è stato breve, infatti:

• nel 1957, Max Mathews di Bell sviluppa un processo di digitalizzazione dei suoni attraverso il computer

• Nel 1967, viene inventato il primo registratore digitale di nastri magnetici. Un apparecchio stereo a 12-bit 30 kHz che utilizzava un compander (simile al dbx) per estendere la gamma dinamica.

• Negli anni Settanta Thomas Stockham realizza la prima registrazione audio digitale utilizzando un normale computer e sviluppando un registratore audio digitale, il primo del genere offerto in commercio (commercializzato dalla Stockham’s Sound Stream company).

Alla fine di questa escalation di tecnologia si è arrivati alla prima trasmissione in streaming di massa grazie alle tecnologie messe a disposizione da Facebook nel 2016 e la possibilità nel 2017 di far trasmettere da chiunque in live streaming.
Di pari passo a queste tecnologie, si sono evoluti gli studi di registrazione con passi e direzioni diverse a seconda delle ‘visioni’ dei gestori degli stessi studi. Ma mentre nel primo periodo di queste metamorfosi tecnologiche, i gestori degli studi di registrazione potevano dormire sonni tranquilli nella pigrizia dovuta alla lentezza del progresso tecnologico ed al fatto che vi era una barriera economica notevole all’accesso degli strumenti necessari alla registrazione sonora, con il passare degli anni questo gap si è ridotto notevolmente arrivando ad annullarsi a causa di nuovi modi di “fare musica” con il personal computer e con la mancata necessità conseguenziale di andare presso uno Studio di registrazione per registrare una batteria, una chitarra oppure una voce, ad esclusione di casi particolari di musiche jazz, orchestra etc. Ad esempio Billie Eilish (nata nel 2001), dichiara di registrare tutti i suoi pezzi a casa sua dove non è allestito un vero studio di registrazione, ma un home studio di tipologia economica. Poi la recente crisi dovuta al distanziamento sociale a causa del Covid ha fatto nascere l’esigenza della produzione di massa di trasmissioni in streaming audio e video che hanno visto come location gli stessi studi di registrazione riadattati, ove possibile, e i fonici di vecchio stampo riciclarsi i questa nuova attività nascente, qualora chiesta per conto terzi. Certamente, come è successo in ognuno dei gradini sopra indicati relativamente al miglioramento della offerta tecnologica di supporto alla registrazione sonora, tutti i tecnici e gli studi di registrazione che non hanno avuto la prontezza all’adeguamento sono falliti miseramente. In sostanza si è visto chiudere numerosi studi di registrazione che, al sicuro della loro comfort zone dovuta al fatto di detenere le costose ed inarrivabili attrezzature, non si sforzavano di vedere alternative al cambiamento che hanno in seguito causato la vetustà del loro sistema. Infatti oggi quello che conta di più in una produzione multimediale non è il mezzo ma il cervello dell’operatore. È infatti la preparazione ed il talento a determinare la vera differenza nella produzione multimediale, cosa che invece non avveniva in origine, dove il tecnico del suono somigliava di più ad un elettricista che ad un producer moderno di contenuti multimediali.

 

Luigi Ferrara, Presidente Confassociazioni Sicurezza e Presidente A.N.CO.R.S.

 

In futuro vedremo una crescente riduzione dei tempi che intercorreranno tra un gradino tecnologico ed un altro e quindi non possiamo ora prevedere cosa aspetterà i tecnici del suono e gli studi di registrazione, che potremmo iniziare a chiamare tecnici del mondo dello spettacolo e studi di produzione multimediale audio-video, ma una cosa è certa, e con questo consiglio concludiamo questa lunga carrellata: cambiare una impresa mentre una crisi è in atto è troppo tardi.