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L’Intelligenza artificiale non si può fare senza l’apporto dei “Marvellous Three”
Di Marina Marinetti |
Pubblicato il 16 Aprile 2024
Solo tre grandi aziende (l’americana Nvidia, l’europea Asml e la taiwanese Tsmc) hanno la capacità tecnica e produttiva per creare semiconduttori con la potenza di calcolo necessaria alla nuova tecnologia e resteranno dominanti per molto tempo

Aumentare, ma soprattutto assicurare, la capacità di produzione dei semiconduttori più potenti è l’ambizioso obiettivo di Sam Altman, ceo di OpenAI e ideatore di ChatGpt. Il suo piano? Garantire una produzione sufficiente di semiconduttori di ultima generazione, indispensabili per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (AI) generativa. Una sfida vertiginosa, stimata in 7.000 miliardi di dollari dallo stesso Altman che ha fatto coniare a Olivier de Berranger, ceo e cio, e Adrien Bommelaer, gestore di La Financière de l’Echiquier, l’espressione “Marvellous Three”, ovvero i tre titoli che avranno il maggior beneficio da questa corsa ai semiconduttori per l’Intelligenza Artificiale «L’industria dei semiconduttori è al centro di tutte le grandi innovazioni tecnologiche» spiegano. «Senza i chip la digitalizzazione non è possibile. iPhone, Facebook, Tesla, ma anche la Difesa moderna… non esisterebbero senza i microchip. Sono semplicemente essenziali, poiché forniscono sia potenza di calcolo che capacità di memorizzazione. A ogni ciclo dell’innovazione, emerge un ecosistema dominante. La rivoluzione del Pc all’alba degli anni ’80 è stata dominata da Intel, con la complicità di Microsoft. Quella dello smartphone, 25 anni dopo, è stata dominata da Qualcomm su architettura Arm, il tutto prodotto a Taiwan da Tsmc su macchine Asml».
L’ecosistema dominante di questa nuova rivoluzione è già stato individuato ed è transnazionale. «Negli Stati Uniti» spiegano «Nvidia progetta le Gpu. A Taiwan, Tsmc è l’unica fonderia al mondo a possedere fabbriche altamente specializzate per la produzione di semiconduttori sempre più miniaturizzati. Infine, Asml, con base in Europa, è l’unica società di attrezzature per l’industria dei semiconduttori capace di sviluppare le macchine per litografia, tappa essenziale del processo produttivi».
I vantaggi competitivi di questi tre attori sono talmente elevati da permettere loro di restare dominanti per l’intero ciclo di innovazione. Da questo punto di vista, meritano sicuramente l’appellativo coniato da La Financière de l’Echiquier di Marvelous Three. Asml, che detiene il monopolio nella litografia, vende le sue macchine più potenti a 250 milioni di dollari l’una, Tsmc richiede un investimento di oltre 10 miliardi di dollari per aprire un uovo impianto, mentre Nvidia sviluppa l’architettura Gpu da oltre 30 anni.
«L’eventuale rischio per questo ecosistema» spiegano gli analisti «non è di natura tecnologica. I risvolti sono eminentemente geostrategici, come fu a suo tempo per il petrolio. Comincia a insinuarsi una convinzione: le Nazioni che domineranno la potenza di calcolo avranno un vantaggio significativo. I riflessi protezionistici dei governi metteranno conseguentemente il freno a una cooperazione tecnologica internazionale che potrebbe svolgersi a vantaggio di tutti? L’Inflation Reduction Act varato negli Stati Uniti prevede 52 miliardi di dollari per la rilocalizzazione degli impianti. L’Europa lancia il suo Chips Act e mobilita 43 miliardi di dollari per l’insediamento di nuove fabbriche nel suo territorio. La Cina cerca da tempo, con qualche successo, di far nascere un’industria dei semiconduttori, ma si scontra con le restrizioni poste in essere dagli americani per l’accesso alle macchine Asml più sofisticate. Infine, se dovesse prendersi Taiwan, la Cina si assicurerebbe il controllo di Tsmc… ma perderebbe probabilmente l’accesso a Asml. Il concetto di “globalizzazione felice” è solo un lontano ricordo».