I ricorsi all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF), l’organismo di risoluzione extragiudiziale delle controversie tra banche e risparmiatori in materia di investimenti sono in sensibile calo: si è passati dai 1.839 del 2017, anno di avvio della sua attività, ai 963 del 2023. I ricorsi ricevuti lo scorso anno sono per lo più riconducibili a criticità legate alla fase precontrattuale, ossia alla mancata o non completa esposizione da parte degli intermediari di tutte le informazioni disponibili prima di effettuare l’investimento.
Come si legge nell’ultima relazione sull’attività svolta dall’Arbitro, nel 2023 sono state adottate 879 decisioni, di cui il 56,8% di accoglimento dei ricorsi (499) e il 43,2% di rigetto (380). Insieme a Marina Maghelli membro del Cda di Efpa Italia, una delle affiliate della European Financial Planning Association, abbiamo cercato di capire come leggere questi numeri. «L’Arbitro per le Controversie Finanziarie (Acf)» spiega «è stato istituito dalla Consob nel 2016 per la risoluzione delle controversie tra investitori non professionali e intermediari derivanti dalla violazione degli obblighi di diligenza, correttezza, informazione e trasparenza che gli intermediari devono rispettare quando prestano servizi di investimento o il servizio di gestione collettiva del risparmio. Questi dati indicano come l’informazione precontrattuale fornita al risparmiatore debba essere ancora migliorata: occorre lavorare per incrementare sia l’educazione finanziaria dell’investitore, sia la relazione tra cliente e intermediario per far sì che la comunicazione sia chiara e trasparente. A oggi, la maggior parte dei ricorsi proviene da persone di sesso maschile, di età compresa tra i 45 e 74 anni, con un livello basso di scolarizzazione e scarse conoscenze ed esperienze in ambito finanziario».
Marina Maghelli, componente del Cda di Efpa Italia
Il ricorso all’Acf consente all’investitore di ottenere una decisione sulla controversia in modo gratuito e senza obbligo di assistenza legale. «I vantaggi per il risparmiatore sono diversi: l’Acf assicura imparzialità e indipendenza di giudizio. Qualora l’investitore non sia soddisfatto della decisione, può comunque rivolgersi all’Autorità giudiziaria, previa presentazione del ricorso all’Acf», precisa Maghelli. «Ci sono delle condizioni ben precise da rispettare. I risparmiatori possono fare ricorso per richieste di risarcimento danni non superiori a 500 mila euro, devono aver già presentato un reclamo all’intermediario che ha fornito una risposta insoddisfacente o non ha risposto nei 60 giorni successivi alla presentazione. Il ricorso all’Acf va inoltrato attraverso un’apposita sezione del sito dell’organismo e deve essere proposto entro un anno dalla presentazione del reclamo all’intermediario».