Secondo il ministero dell’Economia e delle Finanze, la dimensione economica dell’evasione in capo agli italiani assommerebbe a 83,6 miliardi di euro. Risorse che, a causa dell’infedeltà fiscale di taluni, vengono sottratte allo Stato e quindi alla collettività, danneggiando in particolare, le fasce sociali più deboli del Paese. Un importo, tuttavia, pari alla metà di quello che i cittadini e le imprese sarebbero chiamati a “sostenere” a seguito di sprechi e inefficienze presenti nella Pubblica Amministrazione (PA) e che, secondo la Cgia di Mestre, ammonterebbe ad almeno 180 miliardi di euro l’anno.
Rammentando che uno Stato di diritto si basa, tra le altre cose, sul principio della legalità, le leggi devono essere rispettate da tutti: sia dai soggetti pubblici che da quelli privati. Segnaliamo, invece, che il numero di infrazioni europee in capo al nostro Paese dimostra come le nostre istituzioni pubbliche presentino un livello di violazione dell’ordinamento europeo tra i più elevati nell’UE. Ricordiamo che tra le procedure ancora aperte nei confronti dell’Italia figurano, a titolo esemplificativo, quelle riferite al mancato rispetto dei diritti civili, alla violazione delle norme sulla concentrazione di polveri sottili presenti nell’aria, alla presenza dell’arsenico nell’acqua potabile, al perdurare degli sforamenti dei tempi di pagamento da parte della nostra PA nei confronti delle imprese fornitrici e ai livelli di inquinamento presenti nell’area industriale dell’ex Ilva a Taranto.
L’Ufficio studi della CGIA ha ripreso e allineato i risultati di una serie di analisi delle principali inefficienze che caratterizzano la nostra PA. In sintesi essi sono: il costo annuo sostenuto dalle imprese per la gestione dei rapporti con la PA (burocrazia) è pari a 57,2 miliardi di euro (Fonte: The European House Ambrosetti); i debiti commerciali della PA nei confronti dei propri fornitori ammontano a 49,5 miliardi di euro (Fonte: Eurostat); la lentezza della giustizia costa al sistema Paese 2 punti di Pil all’anno che equivalgono a 40 miliardi di euro (Fonte: ministro della Giustizia, Carlo Nordio); le inefficienze e gli sprechi presenti nella sanità sono quantificabili in 24,7 miliardi di euro ogni anno (Fonte: GIMBE); gli sprechi e le inefficienze presenti nel settore del trasporto pubblico locale ammontano a 12,5 miliardi di euro all’anno (Fonte: The European House Ambrosetti-Ferrovie dello Stato).
Per l’Ufficio studi della CGIA, l’evasione fiscale rappresenta un cancro per la nostra economia e va debellata. Ma con la stessa determinazione andrebbero eliminate anche le inefficienze che, purtroppo, caratterizzano negativamente le performance della nostra macchina pubblica.
La lentezza con cui lavorano molti uffici pubblici e la nostra giustizia, o gli sprechi presenti nella sanità e nel trasporto pubblico locale sono estremamente nocivi alle casse pubbliche e all’economia privata. È altresì chiaro che se recuperassimo una buona parte delle risorse nascoste al fisco, la nostra macchina pubblica ne avrebbe di più, funzionerebbe meglio e, forse, si potrebbe ridurre il carico fiscale. Ma se si riuscisse a tagliare sensibilmente le inefficienze presenti nella spesa pubblica, i benefici per l’economia italiana equivarrebbero a quelli della scomparsa dell’evasione fiscale.
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La burocrazia sperpera 180 miliardi ogni anno
La lentezza della giustizia, i costi, gli sprechi e i mancati pagamenti della Pa valgono il doppio dell’evasione fiscale