Da quattro anni Assogestioni e Censis collaborano nella stesura di un rapporto che indaga le abitudini di risparmio degli italiani. Il lavoro portato avanti dall’Associazione delle società di gestione del risparmio e dall’istituto di ricerca è arrivato alla sua quarta edizione, presentata a maggio 2023 durante Il Salone del Risparmio. In attesa del nuovo rapporto, il 31 gennaio 2024 l’ultimo rapporto è stato aggiornato con una nota che evidenzia nuovi fenomeni all’interno della relazione tra italiani e risparmio.
L’ansia di gestire il risparmio
La prima nuova evidenza che si evince dall’aggiornamento è la sfiducia degli italiani verso il futuro. Il motivo è presto detto: i continui shock socioeconomici che hanno caratterizzato gli ultimi mesi hanno avuto un impatto sulle famiglie che hanno perso fiducia nel futuro. «In realtà oggi gli italiani», precisa Giorgio De Rita, segretario generale Censis, in un’intervista rilasciata a FocusRisparmio, disponibile in formato video su FR|Vision, «tendono piuttosto a ignorare il futuro, più che a preoccuparsene e questo succede anche tra le fasce più giovani». Dall’aggiornamento del 4° Rapporto Assogestioni-Censis emerge infatti che «il 49,3% degli italiani afferma che occuparsi di risparmio e investimenti genera in loro ansia e preoccupazione».
Giorgio De Rita, segretario generale del Censis
A soffrirne maggiormente sono giovani e over 65: nel dettaglio, il 50,7% dei rispondenti tra i 18 e i 34 anni e il 54,4% degli ultrasessantacinquenni, contro il 45,6% degli adulti (35-64 anni).
Nell’ottica di una gestione del risparmio razionale e non caratterizzata dall’istintività, ritorna importante allora, secondo De Rita, «la figura del consulente finanziario che in questi anni ha maturato un credito di fiducia da parte delle famiglie italiane e che adesso è chiamato a onorare».
L’eterna sfida dell’educazione finanziaria
Oltre all’ansia da risparmio, ancora una volta è risultato critico il quadro legato alle conoscenze finanziare degli italiani. Per De Rita la soluzione è rinsaldare il patto di fiducia tra industria e risparmiatori e al contempo prendere coscienza dei problemi strutturali del Paese. Per Donato Masciandaro, invece, professore dell’Università Bocconi e Direttore Comitato Edufin del ministero dell’Economia e delle Finanze, la sfida dell’educazione finanziaria non si può vincere una volta per tutte, ma va affrontata giorno per giorno. «Mentre parliamo il nostro grado di alfabetizzazione finanziaria è già obsoleto e per questo è necessario evolversi insieme alla tecnologia e ai nuovi contesti comunicativi», chiosa Masciandaro, che ricorda poi il compito del comitato: «Non si tratta di produrre educazione finanziaria, ma di selezionare quali iniziative sono di qualità e per questo più funzionali alla conoscenza dei risparmiatori».