Il 2023 si è chiuso con uno scenario complicato, ma che lasciava presagire evoluzioni interessanti per il 2024. Le banche centrali di Europa e America hanno fermato la strategia di rialzo dei tassi, anche se l’inflazione resta un problema, seppur si stia progressivamente attenuando. Insomma, nonostante la complessità, il nuovo anno si è aperto con non pochi segnali di ripresa. Analisti e operatori del settore hanno gli occhi puntati sul prossimo 25 gennaio, quando si terrà una nuova riunione di politica monetaria da parte della Banca Centrale Europa; e su 30-31 gennaio, quando la Fed potrebbe dare segnali sul possibile taglio dei tassi.
Doppio passo
Il 2024 si prospetta come un anno a doppia velocità, almeno nelle proiezioni a cura di Luca Simoncelli, investment strategist di Invesco. Il quadro, per l’esperto, è chiaro: nel primo semestre le economie sviluppate, che non sono in una fase di recessione, come gli analisti prevedevano a inizio 2023, ma «in una fase di stagnazione», cresceranno seppur in maniera modesta. «Sarà recuperato il gap», fa sapere Simoncelli, «tra la crescita americana e il resto delle economie». Nella seconda parte dell’anno invece si vedrà «a fine di questo ciclo economico e l’economia globale verrà trasportata verso l’inizio del prossimo», con l’inflazione che, a detta dello strategist, seguirà «uno scenario discendente ma non lineare».
A tal proposito, Bruno Rovelli, chief investment strategy di BlackRock, ritiene che l’inflazione stia decelerando rapidamente anche se sarà una variabile con cui si dovrà imparare a convivere «visto che è difficile pensare possa ritornare ai livelli a cui eravamo abituati prima dello shock pandemico».
Crescita disomogenea
Lo scenario però potrebbe non essere valido per tutta l’economia globale. Secondo Monica Defend, head of Amundi Investment Institute, è possibile parlare di global disorder. «Un contesto nuovo caratterizzato da una serie di transizioni in atto a diversi livelli: da quella energetica, a quella geopolitica, ma lo stesso vale per la diversificazione delle opportunità di investimento».
Monica Defend, head of Amundi Investment Institute
«Una volta capito che quella delle supply chain è una questione anche di sicurezza nazionale», aggiunge Defend, «vediamo diverse opportunità nei Paesi emergenti». Defend nomina come esempi India e Brasile. La matrice geografica, quindi, resterà centrale nei portafogli anche nel corso del 2024, ma a detta degli esperti, sarà da “ristrutturare” di volta in volta in base ai cambiamenti dello scenario.